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Pubblicato su "Azione Nonviolenta" 12/1994 - Copyright 1994, Marco Passigato, Verona
"Il potere è di tutti", diceva Aldo Capitini, e ancora "quando una cosa è veramente di tutti essa cambia", "se si raggiunge un cambiamento di tutti c'è un cambiamento di qualità", "attraverso i tutti verso un tutto migliore".
La città è di tutti, le strade e le piazze sono di tutti, e tutti hanno il diritto di utilizzarle e di goderne.
Quando i diritti al godimento della città saranno veramente vissuti da tutti come diritti di tutti, diritto alla mobilità, alla convivialità, alla tranquillità, alla salubrità, all'armonia ed alla sicurezza allora le cose cambieranno.
Abituiamoci innanzi tutto a parlare di cittadini pedoni, cittadini ciclisti, cittadini con l'automobile, cittadini condotti e trasportati (anziani e bambini), anziché di biciclette, auto, autobus ecc., così risulta immediato che il cittadino ha diritto a spostarsi, ma non di occupare la superficie della città con le auto parcheggiate, non di mettere a repentaglio la vita di altri con la propria velocità e l'inquinamento prodotto.
Lo spazio delle piazze, deve ritornare al cittadino per incontrarsi, per sostare, per chiacchierare, per giocare, per guardare chi passa, per sentirsi parte integrante della città, sentirla propria, sentirsi parte integrante della scena urbana, e dell'attività culturale e politica che da linfa vitale alla città.
La gente dovrebbe muoversi preferibilmente in autobus ed in bicicletta e le automobili dei residenti dovrebbero iniziare sparire dalla superficie per essere sistemate in piccoli parcheggi sotterranei diffusi, uno per ogni isolato, per ogni gruppo di condomini, affinché le strade e gli slarghi ritornino liberi a disposizione del gioco dei bambini.
Il traffico dovrebbe essere organizzato in tre livelli, la grande viabilità, le strade di attraversamento e le strade di penetrazione alle residenze, che dovrebbero diventare strade residenziali, vivibili, a velocità limitata a 30 Km all'ora, con gli spazi di gioco il verde, alcuni posti a parcheggio, in modo che dette strade vengano vissute come un'estensione della propria abitazione, dove la gente possa incontrarsi e ricostruire la situazione conviviale e solidale delle contrade e dei piccoli paesi.
Cerchiamo di elencare alcune caratteristiche della città desiderata:
- la mobilità possibile, semplice e sicura, assicurata a tutti, soprattutto agli autobus ed anche alle automobili;
- un verde diffuso ed accogliente dove trascorrere il tempo libero senza dover fuggire all'esterno;
- una sensazione personale di appartenenza alla città, dove tutti abbiano rapporti veri con altre persone, dove la gente si saluti per le strade, dove sia rara la solitudine e lo sconforto;
- dove possa svilupparsi in tutti una coscienza al diritto-dovere di partecipare, all'informare e all'essere informati;
- dove esista l'accoglienza e la tolleranza;
- dove i bambini possano trovare i loro terreni di gioco, di avventura e di crescita sociale;
La mobilità pedonale e ciclabile ed i trasporti pubblici avvicinano le persone, l'automobile viene usata anche per sentirsi protetti, nascosti, distaccati e difesi.
Nelle nostre città è forte la contrapposizione tra centro e periferia, tra facciata e retro; periferia e retro diventano i luoghi dove non è importante l'armonia, l'estetica, la funzionalità, tanto "non sono la facciata, non sono il centro".
Ma quanta gente vive nelle periferie, quanta gente ha finestre che si aprono su altri retri, e quanto squallore in queste periferie ed in questi retri!
Di quali immagini si può nutrire lo spirito di queste persone, quali aspirazioni possono nascere da simili visioni!
I bambini che crescono in una periferia difficile ed ostile quali messaggi ricevono?
Nella città caotica e frenetica lo spostarsi a piedi ed in bicicletta è ormai più legato al concetto di "passeggiata" che al concetto di raggiungere un luogo, pertanto se il contesto da attraversare è privo di elementi gradevoli, si usa prendere l'automobile anche se la distanza da percorrere non lo giustifica. Se poi camminare e pedalare è ostacolato da mancanza di marciapiedi e di zone sicure per il ciclista, dalla presenza di automezzi, cassonetti, pali di segnaletica e quant'altro che impediscono un procedere naturale disinvolto e sicuro, il Cittadino-pedone ed il Cittadino-ciclista devono per forza ripiegare sull'automobile soprattutto se trasportano piccole borse, o accompagna bambini, anziani ed altri soggetti deboli.
Il cittadino automobilista rimane automobilista anche quando va a piedi, è ormai abitudine comune per molti automobilisti di parcheggiare parzialmente o completamente sul marciapiede anche quando la situazione non lo richiede. E pensare che proprio in quell'istante l'automobilista diventa pedone, ma comunque rimane solidale agli automobilisti cercando di non essere loro di impedimento con la propria azione di parcheggio fuori legge.
La gente esce di casa volentieri a piedi ed in bicicletta per motivi di piccoli acquisti e di socialità solamente se il contesto è gradevole, invitante e sicuro. Se l'intorno, le strade ecc. sono disordinate, senza luoghi di interesse durante il percorso, con traffico e rumore, allora il cittadino uscirà sicuramente in auto anche per brevi spostamenti. Perché si attivi una mobilità ciclabile non basta costruire delle infrastrutture idonee, ma necessita un contesto gradevole, rassicurante, invitante, ed inoltre un'opera culturale diffusa di informazione, convincimento e propaganda.
Percorsi ciclabili, marciapiedi liberi, collegamenti casa scuola sicuri e moderazione della velocità, questi interventi racchiudono una nuova cultura del vivere la città e la periferia come luogo di svago, di passeggiata, di piazza, come luoghi di incontro di persone, di giovani, di anziani, di bambini che si muovono a piedi ed in bicicletta, che stazionano a guardare che cosa succede, chi passa, e diano vita ad un quartiere dove la gente possa vivere e muoversi con un'aria sorridente.
I benefici sociali ed economici conseguibili da tali interventi sono evidenti, consentono maggiore indipendenza ed autonomia soprattutto a bambini ed anziani, riduzione del traffico con abbattimento dell' inquinamento da gas di scarico e rumore; dal punto di vista economico consente una riduzione della spesa familiare e sociale diretta per costi di trasporto ed infine una riduzione dei costi indiretti per incidenti automobilistici.
I primi passi per realizzare la città di tutti, la città possibile impongono di allargare la cultura della gente, guardando gli altri paesi europei e cogliendo il meglio, divulgando e diffondendo la cultura del rispetto dell'altra persona nella città, dei diritti di tutti, realizzando esperienze piccole e immediate di autogestione e partecipazione diretta alla cosa pubblica locale, di vicinato, perché le piccole esperienze che riescono localmente fanno scuola, la gente copia, si diffondono e diventano aspirazioni, desideri e patrimonio di tutti.
bibliografia
"Vita in città, spazio urbano e relazioni sociali" di Jan Gehl, Maggioli editore
"La città possibile, manuale per rendere più vivibile ed accogliente l'ambiente urbano" B.Gandino e D.Manuetti, Red edizioni
"La Contrada" notiziario del gruppo per la moderazione del traffico per la Svizzera italiana, via Gaggio, 6934 Bioggio, Canton Ticino
Ing.Marco Passigato - Mobility Manager dell’Università degli Studi di Verona. Progettista e formatore sulla mobilità ciclabile e sostenibile. Consigliere Nazionale FIAB
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